PAGINE

mercoledì 13 giugno 2012

NUOVA INTERVISTA A CURA DI THE GAME'S REBELS

In attesa di Oltremondo, L'orizzonte delle Dimensioni vi segnalo una nuova intervista. Un grazie di cuore a Pierpaolo e Luca, nonché agli amici di The Game's Rebels, con la speranza di ritrovarci presto. Buona lettura!




Intervista a Marta Leandra Mandelli, autrice della serie di Oltremondo



Marta Leandra Mandelli, un nome che sta sempre di più prendendo piede nel panorama del fantasy italiano con il suo romanzo di esordio “Oltremondo – Petali di Rosa e Fili di Ragnatela”, ci ha donato questa intervista con immensa amicizia.
Lasciamo sia lei ora a parlare.

 
Partiamo dallo stile del libro,perché hai scelto di utilizzare iltempo presente e la narrazionein prima persona singolare?Sono scelte quantomeno difficilie inusuali.
Non è stata una scelta consapevole, lo stile fa parte dell’idea, del mio modo di essere creativa. Non ho pensato al fatto che potesse essere facile o difficile scrivere in questo modo, la storia è venuta così. La scelta, se così si può chiamare, è stata istintiva, suggerita da una parte di me che non sapevo di avere e che sto ancora scoprendo.
I dialoghi di tutto il libro sono particolarmente “puliti” e privi di quellevolgarità che ormai sembrano dover far parte della vita comune, come mai haiattuato questa scelta?
Il modo in cui i personaggi parlano dipende dal loro carattere e dal contesto in cui vivono. La Milano che descrivo nella prima parte del libro è un mondo ovattato, idilliaco sotto certi punti di vista, una sorta di rifugio per Siobhan e gli eredi. La protagonista stessa è molto più ingenua dei suoi coetanei nel mondo reale: una persona come lei non dice parolacce e infatti ne usa una sola, in un momento di estrema frustrazione, come se fosse uno sfogo. Penso che se avessi usato espressioni volgari, anche se molto attuali, non sarebbe stato appropriato.
Milano, hai scelto di ambientare la vicenda a Milano. Eppure è cosìassurdamente diversa dalla nostra e per certi versi invece molto simile.Sembra quasi tu volessi mostrare una dimensione a noi vicina ma nelcontempo diversa. Cosa puoi e vuoi dirci?
La scelta di ambientare la vicenda a Milano vuole essere un omaggio alla mia amata città. Il fatto che sia molto diversa pur mantenendo alcuni aspetti che conosciamo, è dovuta all’idea centrale su cui si basa Oltremondo: l’esistenza di mondi alternativi generati dalla capacità dell’intelletto umano di creare, concepire infinite possibilità. Mi sono divertita a immaginare una città in cui la storia ha preso un altro corso, senza distaccarsi completamente dalla nostra realtà, ma ammettendo il fatto che a scelte diverse corrispondono conseguenze diverse. Non è una Milano che auspico né tantomeno la mia risposta ai problemi esistenti, è semplicemente un punto di incontro tra realtà e fantasia. Spero che questa idea vi sia piaciuta, perché vi anticipo che le dimensioni sono tantissime e, se vorrete seguire Siobhan nella sua avventura, ne conoscerete molte altre.
I protagonisti del tuo libro sono praticamente parte di una élite molto speciale,come mai?
Ho voluto discostarmi dallo stereotipo di protagonista vessato che riesce a tirar fuori il carattere divenendo un eroe acclamato, nella letteratura fantastica ce ne sono a sufficienza e sicuramente nel fantasy moderno. Il fatto di appartenere a un’elite speciale si accorda a un’altra idea fondamentale nella saga di Oltremondo, “al più improbabile capita l’impensabile”. Siobhan va letta in questo senso: all’inizio del libro è lontanissima dall’eroina guerriera, ma imparerà di poterlo essere, a patto di accettare e coltivare ciò che la rende speciale e unica, anche a costo di soffrire. La storia degli eredi nella prima parte è fatta di privilegi, agiatezza e amore che per loro sono la normalità ma, perdendo tutto e in particolare le certezze, prendono coscienza di quanto sia stato loro dato e quanto sia facile e doloroso perderlo. Privilegi ma anche responsabilità, mi piacerebbe che nel mondo reale qualcuno l’avesse presente.
Siobhan e Rowan, due nomi bellissimi, esotici e strani, da dove li hai mutuati?
Innanzitutto volevo trovare un nome per la mia protagonista, milanese per nascita, che non avesse nulla a che vedere con i comuni nomi italiani, in modo da suggerire quanto fosse in realtà estranea al suo contesto. Doveva essere strano, poco conosciuto, musicale e adatto a una storia fantasy. Non so dirti come mai, ma mi è venuto in mente Siobhan e ho saputo subito che sarebbe stato il nome giusto, anche se la grafia non corrisponde alla fonetica e può dare adito a confusione o risultare astruso. L’idea ha una sua voce e mi limito ad ascoltare, cercando di restarle fedele. La prima volta che ho incontrato questo nome è stato nel romanzo “Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte” di Marc Haddon letto anni fa, nel mondo anglosassone è abbastanza usato. Forse il mio inconscio lo ha rielaborato e mi ha fornito la risposta a ciò che stavo cercando. Rowan è un nome che mi piace moltissimo, di origine celtica se non erro. Ho amato “L’ora delle streghe” di Anne Rice e forse per questo l’ho reputato perfetto per una strega. In ogni caso, sono insoliti per noi italiani ma sono nomi esistenti e tuttora in uso.
I personaggi hanno una caratterizzazione molto ben definita, ti sei ispirata aqualcuno quando hai dovuto inventare i tuoi personaggi?
Non saprei, tutto ciò che ho letto, ascoltato, vissuto è fonte di ispirazione e non sono in grado di tracciare una linea di demarcazione precisa. Ho cercato di scrivere qualcosa che mi piacesse leggere e sicuramente le storie che apprezzo di più sono quelle in cui i personaggi sono ben definiti, veri, persone che potremmo incontrare. Mi fa piacere che li reputi ben caratterizzati, perché questa è la loro storia ed è importante sapere che al lettore “arrivano”.
Leggendo il romanzo, si trovano moltissimi influssi relativi alla mitologiaindiana, per quale motivo hai scelto di esplorare questa parte della culturadelluomo?
L’India ha una cultura molto vasta e antica che reputo estremamente affascinante. Ricca di simboli, valori, storia e spunti di riflessione, sono grata a mia madre per avermene fatta conoscere una parte. È solo una piccola parte, ma la storia di Arjuna mi è rimasta impressa e ho tentato di riproporre ciò che mi ha trasmesso, anche se a modo mio e in un romanzo fantasy.
Arjuna, un dio inquieto e che ti lascia subito senza parole appena si palesa.Da dove ti è nata lidea di inserire una divinità e proprio questa divinità?
Arjuna è il grande arciere del Mahabarata: un eroe valoroso, coraggioso, motivato dalla vera fede e giusto, anche a costo di pagare un prezzo alto. Come dicevo, la sua storia è molto coinvolgente e merita di essere conosciuta. L’idea di inserirlo nel romanzo è venuta dalla scelta di accennare al tiro con l’arco, una disciplina non solo fisica che si basa sulla concentrazione e sulla forza interiore. L’arco della Prescelta doveva essere uno strumento speciale, magico, che potesse aiutarla quando niente e nessun altro avrebbe potuto farlo. Ho introdotto la divinità come un essere di un’altra dimensione, non necessariamente benevolo, dotato di particolari abilità e di grande conoscenza. La mia versione di Arjuna non è onnipotente né onnisciente o infallibile, Oltremondo non è il suo mondo e ha regole diverse.
Durante la lettura sembra che il vero leit-motif di tutto il libro siano le grandistorie damore che racconti, cosa cè di vero in tutto questo?
L’amore e l’attrazione fisica sono una tematiche molto importante in Oltremondo, ma ritengo che il tema portante di Petali di rosa e fili di ragnatela sia l’iniziazione dei personaggi. L’amore, e in particolare il primo amore, è una delle emozioni più forti che si possano provare, talmente intenso e travolgente che tutti noi cerchiamo o abbiamo cercato almeno una volta nella vita. È una miccia in un certo senso, spinge a prendere iniziative per essere ricambiati e motiva molte reazioni. Penso che una storia senza una dimensione amorosa non sia verosimile: quanta parte della nostra vita è dedicata a pensare all’amore e al sesso? Secondo me tantissima, personaggi che non amano e non provano attrazione non sono veri. In Oltremondo ci sono diversi tipi di amore e attrazione, alcuni sono puri e genuini; altri sono contorti, pericolosi e deviati.
Qual è secondo te il pubblico ideale di questo libro? A chi lo consiglierestimaggiormente?
Secondo me identificare un target di lettori per età o genere è molto difficile e lascia il tempo che trova. Penso per esempio a Harry Potter, una storia per ragazzi che ha appassionato adulti in tutto il mondo. La copertina e la trama riportata sul retro sono state studiate per un pubblico femminile, statisticamente incline alla lettura, ma Oltremondo ha trovato un buon riscontro anche nell’altro sesso, soprattutto per quanto riguarda la parte di avventura e intrigo. In genere, lo consiglio a partire dall’adolescenza, ritenendo che ragazzi più giovani siano poco interessati all’introspezione. Al momento i miei lettori sono prevalentemente adulti, anche se i protagonisti sono ventenni alle prese con il primo amore… è difficile rispondere secondo queste logiche. Ragionando per “gusto”, direi che si addice a chi cerca un coinvolgimento emotivo e si affeziona ai personaggi. Oltremondo è una saga che dà loro molto spazio e si sviluppa in armonia con l’evoluzione psicologica dei protagonisti.
Oltremondo è un mondo molto strano, al momento quasi del tutto solamenteaccennato e ancora da scoprire. Nei prossimi romanzi ci svelerai altro dellasua geografia e storia?
In Oltremondo- Lorizzonte delle dimensioni, in uscita a giugno con PerSempre editore, ci saranno nuovi dettagli proposti come ricordi dei protagonisti. Saranno soprattutto scorci di vita, flash back sulle abitudini risalenti al periodo antecedente il tradimento di Mareck. Non aspettatevi ricostruzioni meticolose: Oltremondo è una dimensione in cui tutto è possibile, nata dalle ceneri di ciò che fu, trova la sua ragione d’essere nella consapevolezza di quanto ci sia da perdere.
Leggendo la storia si trovano molte sfumature che riportano a moltissimi altriromanzi o cicli di romanzi. Penso per esempio alla Torre Nera di King o aNarnia di Lewis. Quali sono state le tue fonti di ispirazione letterarie?
Come dicevo, tutto quello che ho letto, visto e ascoltato è fonte d’ispirazione. Mentre scrivo non mi rifaccio volutamente a qualcosa che conosco, lascio che la creatività mi guidi attraverso l’avventura che vivo riga dopo riga, ed è questo il bello. Secondo me Stephen King è il genio per eccellenza e la saga della Torre Nera entra sotto pelle e non ti lascia più, sempre che tu voglia lasciare lei. Ho amato dalla prima all’ultima riga e mi lusinga moltissimo che tu la riveda nel mio romanzo d’esordio. Non ho letto Lecronache di Narnia, ma al cinema ero in prima fila. Per certi versi Oltremondo è simile, sia come ambientazione che per la presenza dei felini, anche se ci sono differenze sostanziali, quali la diversa natura tra Aslan e Shakan, la riflessione sulla paura, le tematiche dell’amore/ attrazione e del tradimento, nonché i miei protagonisti hanno doti magiche per nascita e altro ancora che spero sia evidente. Nelle rose del giardino di Siobhan c’è anche un pizzico de Il ritratto di Dorian Gray, l’ho letto due volte, come potrei lasciarlo semplicemente in un angolo della memoria? Nelle lezioni di tiro con l’arco c’è una sfumatura de Lo Zen e il tiro con larco, quello che ci colpisce può lasciarci? Non penso proprio.
Vorrei spendere due parole sull’ispirazione musicale, perché mentre scrivo ascolto la mia playlist creativa. Nei ringraziamenti ho citato i Linkin’Park e i 30 Seconds to Mars, oltre agli accenni musicali presenti nel libro. Non sai cosa darei per poterli ringraziare di persona, i testi e le sonorità della loro arte mi hanno ispirato più di quanto possa dire e ancora mi accompagnano per questa magica avventura. Le sensazioni che sanno evocare sono la mia fonte d’ispirazione primaria.
Cosa ti ha dato questo libro? Se dovessi scegliere tra tutto, cosa ti fa dire “perfortuna che lho scritto?
Quando ho iniziato a scrivere non sapevo nemmeno se sarei riuscita a dare vita a una storia sensata che reggesse dall’inizio alla fine. Ora esistono due capitoli di una saga e, prima di scrivere il terzo, mi sto dedicando a un’altra storia completamente diversa. Ho idee per altri due romanzi diversissimi tra loro e lontani dagli altri, nonché sono alle prese con iniziative che esulano dal genere fantastico, di cui spero di darti notizia a breve. Tutto questo per dire che prima del 2009 avevo scritto soltanto la tesi e non mi sarei mai sognata di inventare storie, aprendo la porta a un raggio di luce ho trovato un arcobaleno. Scoprire di avere un lato creativo (poco o tanto, bello o brutto, comunque sia mi appartiene e nessuno potrà mai togliermelo) è un dono del Cielo e sentirmi felice con un quaderno e una penna non ha prezzo.
Oltremondo mi sta facendo conoscere molte persone nuove ed è una lezione di vita: di alcune avrei fatto volentieri a meno, ma è anche giusto imparare che c’è sempre chi ti dà contro per il gusto di farlo, che bisogna lottare e continuare a migliorarsi. Altre è stato un piacere e un onore. Spero potremo continuare a frequentarci, mi arricchiscono con le loro esperienze e con l’entusiasmo che mettono in ciò che fanno.
Domanda di rito: a quando il seguito?
Entro fine giugno uscirà Oltremondo- Lorizzonte delle dimensioni con PerSempre editore. Al momento ci stiamo dedicando all’editing e alla copertina, quando sarà disponibile ne darò comunicazione sia sul blog che sulla pagina FB. Organizzeremo diverse presentazioni, a Milano e non solo, oltre agli eventi già confermati che potete trovare nella sezione Calendario del blog.
Grazie Pierpaolo e arrivederci a Oltremondo!


Ad oggi, sappiamo che l’uscita del suo nuovo romanzo, “Oltremondo – L’orizzonte delle dimensioni” è previsto per il prossimo 20 giugno.
Grazie e non fatevi scappare questi piccoli e unici capolavori.

1 commento:

  1. Grazie immensamente a te, amica mia.

    E' sempre un piacere.

    Un Abbraccio

    Pierpaolo

    RispondiElimina