Qualche tempo fa ho scritto le mie prime impressioni riguardanti il romanzo “Oltremondo – Petali di Rosa e Fili di Ragnatele” e vi avevo promesso (per quanto temevate di certo questo momento) che sarei tornato per una recensione a libro finito.
Oltremondo è un romanzo di Marta Leandra Mandelli che difficilmente si può ascrivere solo al genere prettamente fantasy nel senso più stretto a cui siamo stati abituati, ma capace di trascendere i generi per toccarne altri, dall’onirico al romanzo di formazione. Ciò permette comunque di apprezzare un’opera che non è per nessun motivo settaria ma che è capace di parlare a varie categorie e capace di far appassionare diverse tipologie di lettori.
Lo stile è molto bello, senza particolari fronzoli eppure capace di leggere nell’animo dei protagonisti, con una scelta davvero particolare, cioè la narrazione in prima persona e al tempo presente che porta a vedere praticamente tutte le vicende narrate attraverso gli occhi e la sensibilità di Siobhan, questa ragazza che assieme ai suoi tre compagni si troverà coinvolta in una avventura senza tempo o forse dal tempo indefinito.
La scelta anche del linguaggio è decisamente fuori dagli schemi, con una pulizia decisamente strana per ciò a cui siamo abituati tutti i giorni, scremato da tutte quelle volgarità che ormai sembrano essere considerate normali per un dialogo tra due persone e che in Oltremondo invece ti mostrano come sia possibile accantonarle ed ignorarle riuscendo comunque a descrivere bene rabbia, indignazione, felicità e tutte le emozioni dell’animo umano.
Se spostiamo invece il nostro sguardo sulla storia vera e propria, sul susseguirsi di eventi che porteranno il quartetto protagonista a vivere una avventura magica e senza tempo, la narrazione di Marta permette di rimanere incollati alle pagine per capire dove voglia parare, per scoprire con lei, o meglio con Siobhan e i suoi amici, quali avvenimenti porteranno alfine allo scontro che determinerà la sopravvivenza o meno di Oltremondo e con esso di tutti gli altri mondi da lì governati. E man mano le due ragazze e i due ragazzi acquisiscono coscienza che altro esiste oltre al mondo in cui erano abituati a vivere, che a loro è chiesto altro che vivere le loro vite fatate di membri di una società “privilegiata”, anche il lettore percepisce questa tensione, quel cambiamento che lascia disorientati e privi di orizzonti certi. Orizzonti che man mano diventano più nitidi quando il mondo “reale” (o meglio dovremmo dire lo specchio del nostro mondo reale visto che anche qui l’autrice ci regala sostanziali differenze dal nostro) sfuma totalmente per lasciar posto al mondo magico e misterioso di Oltremondo che sembra vivere con e dentro i protagonisti.
Ed è forse ad Oltremondo che la narrazione diviene più alta, che raggiunge le sue vette migliori, quando accennando alla struttura di questa dimensione, Marta riesce a farti percepire ogni respiro ed ogni affanno, coinvolgendo qualunque creatura in una trama e ordito che formano il tessuto di un mondo onirico in cui viene davvero voglia di gettarsi e perdersi. Personalmente avrei voluto davvero immergermi tra le sale dell’Ateneo di Parima per apprendere la magia delle parole e i canti con cui percepire ed utilizzare il potere che circonda ogni cosa. Una magia che di certo non è banale nel concetto, ma che arriva al profondo di ogni cosa, utilizzando una lingua di potere anche per il nostro mondo e la nostra storia, quel sanscrito in cui vennero composti i Veda e descritti tutti i miti indiani per cui conoscere il nome delle cose permette di percepirne l’essenza e manipolarla per i propri scopi. E l’India svolge un ruolo fondamentale con le sue mille commistioni che leggiamo e troviamo costantemente nella narrazione, sino all’apoteosi di Arjuna, Dio ed eroe che dal Mahābhārata arriva sino a qui in Oltremondo.
Scusate le digressioni, ma parlare di questo romanzo porta a viaggiare con la fantasia in mille direzioni e servirebbero fiumi di parole per descriverne le sensazioni e la capacità di prenderti per mano. Sognare, forse questo è il pregio principale di un libro, o meglio ciò che cerco in una libro di narrativa, la capacità di farti sognare uomini e sensazioni ed Oltremondo riesce in tutto ciò.
Ma non è solo fantasia e sogno, sarebbe ridurre la grandezza del romanzo di Marta Leandra Mandelli, sarebbe solamente fermarsi all’apparenza. Oltremondo è anche un viaggio nelle emozioni e nell’introspezione, come novello romanzo di formazione, mostra l’evoluzione di personaggi felici della propria condizione quasi banale di privilegiati attraverso la scoperta che esiste altro, che l’inspiegabile fa parte delle loro vite, che qualcosa di misterioso sta loro capitando e che poteri inimmaginabili stanno palesandosi alle loro coscienze. E questa evoluzione porterà quattro semplici ragazzi a divenire i Re e Regine di un mondo magico, combattenti chiamati a guidare un esercito e capaci di mettere a repentaglio la propria esistenza per salvare ciò che hanno di caro, comprendendo che non possono deludere le aspettative di chi crede in loro e di chi in loro ha riposto ogni speranza di futuro e di vita.
Ed alla fine, quando chiudi il libro riesci ad essere soddisfatto dei momenti investiti nella sua lettura e nel contempo senti un senso di vuoto perché vorresti leggere ancora di Siobhan di Miramar, di Rowan di Parima, di Ian di Kerr e di Adrian di Tyran e scoprire ogni angolo e ogni magia di Oltremondo. Ecco perché sapere che ci saranno seguiti fa sospirare e contare i giorni che ci separeranno da tutto ciò.
Termino questa lunga recensione consigliando questo libro a chi vuole ancora riuscire a sognare e volare sulle ali della fantasia in un mondo che riesce ad uscire dagli schemi e dai preconcetti propri del Fantasy. Vi invito come sempre a visitare il blog dell’autrice al seguente indirizzo:
Inoltre per gentile collaborazione dell’autrice, pubblicheremo qui anche una intervista che le farò. Attendete e nel frattempo leggete “Oltremondo – Petali di Rosa e Fili di Ragnatele”.