Ho iniziato a scrivere ascoltando la mia musica preferita, senza uno scopo né un obiettivo preciso. Ho voluto semplicemente lasciarmi andare e concedere all’ispirazione di affiorare. Lentamente, ha preso forma e sostanza, fino a diventare una saga, di cui al momento sono disponibili i primi due capitoli. Forse i lettori si aspettano ben altro come risposta, ma questa è la verità: la mia relazione con la scrittura, se così si può definire, è una storia di passione, di magia che scorre sul foglio sfondando la realtà, per giungere a mondi nuovi. Scrivere per me significa dare voce all’immaginazione e giungere in luoghi che altrimenti mi sarebbero preclusi.
Nel tuo romanzo Oltremondo petali di rosa e fili di ragnatela particolare attenzione è rivolta agli aspetti psicologici dei personaggi e allo stile caratteriale degli animali, cosa puoi dirci a riguardo?
Petali di rosa e fili di ragnatela è il primo capitolo della saga di Oltremondo, a cui segue L’orizzonte delle Dimensioni. Come lettrice, apprezzo particolarmente le storie in cui i personaggi sono ben delineati, hanno un carattere proprio e un’altrettanto propria dimensione affettiva. I romanzi in cui i personaggi subiscono la trama (nel senso che sembrano quasi strumenti dello svolgimento invece di essere protagonisti che dipanano l’intreccio) alla fine mi lasciano l’amaro in bocca. In questo senso, ho cercato di creare gli eredi di Oltremondo e i personaggi cardine che vivono insieme a loro l’avventura. Ho cercato di dare loro individualità: carattere, ma anche atteggiamento, che traspare dalle scelte intraprese, dalle reazioni ai colpi di scena e così via.
Gli animali di Oltremondo sono esseri consapevoli: sono personaggi a tutti gli effetti, con sentimenti e comportamenti distintivi. A partire dai felini telepatici, gli animali sono fondamentali per la trama e la vivono in prima persona insieme ai protagonisti.
Aspetti fantasy ma anche critica sociale con la Nuova Milano?
Milano è la mia città e ho voluto renderle un piccolo omaggio. Nei due romanzi ci sono molte versioni di Milano, nate come punto di incontro tra realtà e fantasia. Mi sono divertita a distorcere alcuni eventi della nostra storia e a immaginare quali potrebbero essere le conseguenze: a volte, Milano è una città quasi idilliaca, altre è una metropoli del futuro dalle aspre contraddizioni, altre ancora appartiene a mondi post apocalittici. Lascio al lettore la facoltà di leggere semplicemente un romanzo fantasy oppure di trovare altri livelli di lettura, a seconda della sensibilità di chi vorrà incuriosirsi a Oltremondo.
Di sicuro, la tematica ambientalista mi è molto cara, e non si tratta solo di imparare a rispettare la natura. Mi piacerebbe che maturassimo la consapevolezza di essere parte di un unico grande sistema, che ci vive attorno a partire dalle creature più semplici. Ritengo che nessun anello di questo sistema sia sacrificabile. Dovremmo imparare da Siobhan, la mia protagonista: lei è la Prescelta, la guardiana della Vita in tutte le sue forme e in tutte le Dimensioni possibili. Il suo ruolo la porta a scontrarsi con chi ha negato questa sorta di Credo, in cui il privilegio comporta anche responsabilità e sacrifici. InPetali di rosa e fili di ragnatela lo scontro è proprio questo: la malvagità consiste nel fatto che la brama di potere porta alla distruzione di ogni cosa, in una follia cieca che si autoalimenta. In Oltremondo è la distruzione della Vita stessa.
Nei tuoi volumi tra macerie, angeli, diavoli emergono i sentimenti come l’amicizia e l’amore. E’ un po’ questo il messaggio che vuoi lasciare: al di là del negativo possiamo trovare la forza e la felicità?
La dimensione affettiva è molto importante e nella mia saga le è stato riservato grande spazio. La capacità di provare amore e compassione è una nostra grande virtù e sono convinta che ci renda persone migliori, che possa fare la differenza tra umanità e mostruosità. In Oltremondo ci sono diverse forme di affetto: esiste l’amicizia, il primo amore, l’empatia e il senso di protezione nei confronti delle persone amate, ma non solo. Ci sono anche forme “sbagliate”, come la possessività, la gelosia e l’ossessione: in un certo senso, fanno deragliare la personalità di chi le prova, conducendolo a una sorta di lato oscuro.
Il messaggio che voglio lasciare è l’importanza dei sentimenti e della purezza d’animo. Da questi aspetti i miei personaggi traggono forza interiore e coraggio, e ragazzi normali possono diventare eroi guerrieri.
Qual è l’iter che segui per la creazione dei tuoi personaggi, dal nome, all’aspetto fisico, passando per il carattere?
Partendo dal concetto che l’evoluzione psicologica per me è fondamentale, ho consacrato i miei personaggi al cambiamento. Mi sono chiesta quale genere di ragazza potesse essere l’eroina perfetta secondo questa ottica, e la risposta è stata la più inadatta! Al più improbabile capita l’impensabile, questo è il motto di Oltremondo: Siobhan all’inizio è spensierata, frivola e rifugge da tutto ciò che potrebbe minare le sue semplici e concrete certezze. A mano a mano che procediamo nella lettura, la protagonista impara ad accettare l’esistenza del soprannaturale e vede la sua vita andare in pezzi. Il suo destino non è quello che si era figurata e deve confrontarsi con la paura, l’ignoto, l’attesa e la guerra. Questa tensione interiore la fa crescere e lo stesso vale anche per gli altri personaggi cardine.
Per quanto riguarda l’aspetto fisico, ho immaginato di avere i miei personaggi davanti a me. Ad esempio Siobhan è una specie di mio alter ego fantasioso e ha alcune delle mie caratteristiche, anche fisiche; Adrian è l’incarnazione del mio concetto di bellezza maschile. Devo dire che caratterizzarlo fisicamente è stato molto difficile perché l’attrazione non ha a che vedere esclusivamente con l’aspetto, ma coinvolge altre qualità più sottili. Ho cercato di individuare un personaggio famoso e di prenderlo a modello: ho scelto Anakin Skywalker in episodio3, in cui alla bellezza fisica si abbina al fascino del conflitto interiore.
Un ultimo accenno ai nomi: come Siobhan alcuni sono reali, altri li ho immaginati lasciandomi cullare dalla sonorità delle parole. Gli eredi di Oltremondo partono da un mondo simile al nostro e in particolare Siobhan è di Milano: l’uso di un nome straniero e poco conosciuto accentua la sua estraneità alla vita che conduce nell’inizio della saga.
Nella battaglia finale in Petali di Rosa e fili di ragnatela intervengono i mostri creati dalla malvagità umana, quali sono i mostri odierni della nostra società?
In generale, i mostri che popolano il mondo del fantastico sono “facili”: dal lupo di Cappuccetto Rosso agli zombi di Resident Evil, il fruitore della storia sa cosa aspettarsi. Nel fantasy spesso i ruoli di bene e male, buono e cattivo sono ben definiti e a mio avviso è molto rassicurante. Nella vita reale, purtroppo, questo non avviene. Spesso, sono proprio le persone che si trincerano dietro immagini di rispettabilità o di normalità, o ancora individui che vantano distintivi o status quelle che commettono azioni mostruose. Ritengo che in noi ci sia un germe di malvagità e ogni giorno abbiamo mille occasioni per dargli corda. Nessuno è perfetto e impeccabile in ogni circostanza, ma possiamo scegliere.
Qual è l’Oltremondo che vede Marta Leandra Mandelli?
Il mio Oltremondo è un punto di svolta, dove gli attriti e le contraddizioni si scontrano. Lo immagino come un luogo custodito dentro di noi: può essere un’opportunità oppure una empasse. Spero che la razza umana sia in grado di fermarsi prima dell’irreparabile, in modo che il regno di fantasia sorto dalle ceneri dell’umanità dimori solo in una saga fantasy.
Qual è la tua posizione riguardo il genere fantasy in Italia?
Ultimamente, il fantasy sta vivendo una fioritura nel nostro paese, in tutte le sue declinazioni. Ne sono felicissima! La capacità di creare mondi nuovi è incredibilmente affascinante e fa parte della nostra genialità. Spero che sempre più persone possano scoprire questo genere, che accompagna l’umanità fin dagli albori della cultura. Allo stesso modo, spero che i lettori abbiano voglia di interessarsi anche alle piccole realtà editoriali: spesso sono proprio quelle che danno voce agli autori italiani e, anche se meno conosciute, possono riservare grandi sorprese.
Vuoi ringraziare o salutare qualcuno?
Colgo l’occasione per ringraziare i miei lettori, perché mi hanno accompagnata nei miei primi due anni di scrittura gratificandomi di commenti e incoraggiamenti: che l’anno nuovo possa essere ricco di magia e soddisfazioni. Grazie a CartoonMag per questa bellissima opportunità!
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